Euromediterranea
2016
Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo -
Für
ein wünschenswertes Europa
1-2 luglio 2016
Resoconto delle sessioni di discussione
Euromediterranea 2016 - Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo - Für ein wünschenswertes Europa si è svolta l'1 e il 2 luglio 2016
presso il Kolpinhaus di Bolzano. In una breve introduzione il presidente della Fondazione Langer Edi
Rabini ha ricordato come quest'anno la tradizionale
manifestazione Euromediterranea, solitamente organizzata introno alla
consegna del premio Langer,
si svolga senza la consegna del premio ma dedicando le sue giornate
ai precedenti premiati, invitati a discutere della crisi dell'Europa
a partire dalla situazione nei
propri paesi. Dei 19 destinatari
del Premio Langer, hanno partecipato:
Alejandro Calzada Cardenas, Borderline Sicilia, Italia, Premio Langer 2014
Bochra Bel Haj Hmida, Association Tunisienne des Femmes Democrates, Tunisia, Premio Langer 2012
Elio Sommavilla, Villaggio ayyub, Premio Langer 2008
Irfanka Pašagić, Tuzlanska Amica, Bosnia-Erzegovina, Premio Langer 2005
Krzysztof Czyzewski, Bordeland Foundation, Polonia, Premio Langer 2004
Le
loro
esperienze, lungi dal voler fornire un'unica soluzione ai problemi
dell'Europa, possono aiutare ad esplorare le tante strade e i possibili
avvii di risposte alla crisi europea. I premiati hanno dialogato con:
Francesco Palermo, Senatore, Presidente della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa.
Bodil Valero: Europarlamentare, Gruppo Verde | Alleanza libera europea.
Interlocutori:
Udo Enwereuzor, Federico Faloppa, Fabio Levi, Bettina Foa, Maria Bacchi, Marianella Sclavi, Gianni Tamino, Mao Valpiana, Karin Abram, Anna Maria Gentili, Fabrizio Ravelli.
Francesco Palermo, Senatore, Presidente della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa.
Bodil Valero: Europarlamentare, Gruppo Verde | Alleanza libera europea.
Interlocutori:
Udo Enwereuzor, Federico Faloppa, Fabio Levi, Bettina Foa, Maria Bacchi, Marianella Sclavi, Gianni Tamino, Mao Valpiana, Karin Abram, Anna Maria Gentili, Fabrizio Ravelli.
Euromediterranea 2016 - Kolpinhaus Bozen |
PRIMA SESSIONE - 1 luglio, h 17.30 - 20.30
Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo
Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo
Euromediterranea si è aperta con il concerto "In Europa" del gruppo "Luoghi non luoghi", (Paolo Bergamaschi - voce e
chitarra, Simone Guiducci - chitarre, Fausto Beccalossi - fisarmonica,
Max Saviola - basso e percussioni, Marcello Bergamaschi - violino e
strumenti etnici).
Anna Maria Gentili, membro del comitato scientifico della Fondazione Langer, ha aperto la prima sessione di Euromediterranea invitando i relatori a parlare dello stato dell'arte nei loro contesti di provenienza e di lavoro, come sono cambiati dalla data della consegna del premio, quali le attuali sfide e quali le proposte. Bodil Valero
Anna Maria Gentili, membro del comitato scientifico della Fondazione Langer, ha aperto la prima sessione di Euromediterranea invitando i relatori a parlare dello stato dell'arte nei loro contesti di provenienza e di lavoro, come sono cambiati dalla data della consegna del premio, quali le attuali sfide e quali le proposte. Bodil Valero
Il primo a prendere la parola è Alejandro
Calzada Cardenas, membro di Borderline
Europe
e Borderline
Sicilia (Premio Langer 2012)
fondata a Palermo nel 2007 per dare un nome alle vittime di una delle tante tragedie del mare. Con
la sua attività di monitoraggio e il blog siciliamigranti,
Borderline Sicila
è divenuta un riferimento fondamentale per chi desideri informazioni
di prima mano sui fenomeni di discriminazione e razzismo che
colpiscono i migranti in Sicilia. In questi anni ha svolto un
importante lavoro di monitoraggio, advocacy e ricerca, promuovendo un
approccio di lavoro in rete con attori a tutti i livelli della
società.
Alejandro Calzada Cardenas
sottolinea come il tema del premio nel 2014 “protezione delle
frontiere versus protezione dei diritti umani”, sia ancora più che
mai attuale. Il termine crisi non si
riferisce
solo alla
difficile situazione di coloro che fuggono dalla guerra, ma è da
riferirsi anche all'Europa e alla sua incapacità di trovare
soluzioni che esulino dagli egoismi nazionali e che vadano nella
direzione della protezione dei diritti umani invece che della
semplice difesa delle frontiere. La logica messa in atto dall'UE
sembra infatti essere sempre più quella di fermare le persone prima che
arrivino, non quella di garantire i loro diritti, come dimostra
l'accordo UE-Turchia. Una logica che si riflette anche sulla
solitudine dei paesi di frontiera e che vede il rinforzarsi del
populismo di destra.
La seconda relatrice della giornata è Bochra Bel Haj Hmida, presidente dell'Association Tunisienne des Femmes Democrates, la prima associazione femminista indipendente in Tunisia, concentrata sui temi fondamentali per la democrazia e sulla parità tra donne e uomini. Bochra è avvocato, da sempre attivista della società civile. Oggi è deputata del parlamento tunisino.
Bochra
Bel Haj Hmida sottolinea come la Tunisia, costituisca
un'eccezione nel panorama regionale e rispetto agli altri paesi
arabi in quanto è stato il primo paese
arabo a dotarsi di una costituzione molto avanzata per quello che riguarda l'uguaglianza fra i sessi e i
diritti civili e ha sviluppato una società civile forte, diversificata e
pluralista.
Dopo
60 anni sotto un regime centralista e autoritario la Tunisia di
oggi
si confronta con la nascita di un sistema democratico e il
rafforzamento delle sue nuove istituzioni. Il processo di
democratizzazione prosegue benché non manchino le difficoltà: prima
fra tutte il terrorismo che danneggia profondamente l'economia. In
secondo luogo la condizione dei giovani, protagonisti della
rivoluzione, oggi si sentono marginalizzati e, indipendentemente
dall'appartenenza sociale, oscillano fra il rischio dell'immigrazione
e la fascinazione del terrorismo. Un altro problema molto rilevante è
l'instabilità politica che impedisce di portare avanti riforme
strutturali. Fra queste la battaglia contro la corruzione, ormai
“democratizzata” e diffusa a tutti i livelli. In relazione ai
giovani, Bochra Bel Haj Hmida auspica un ruolo dell'Europa
soprattutto a livello culturale, di promozione di scambi e mobilità.
Infine, il pericolo di una nostalgia del regime e la sfida di tenere
unito il fronte progressista contro il partito islamista al-Nahda.
(Per approfondire consigliamo anche la lettura dell'intervista a Bochra Bel Haj Hmida di prossima pubblicazione sulla rivista Una Città a cura di Barbara Bertoncin e Bettina Foa)
Dalla Tunisia all'Africa Subsahariana, di cui la Fondazione
si è sempre occupata in termini di responsabilità individuali, di
diritto e società civile, a partire dal premio del 1998 dato a
Jolande Mukagasana e Jacqueline Mukansonera,
poi nel 2007 a Zackie Achmat, attivista contro l'AIDS, e infine il
premio al villaggio ayyub, in Somalia, dato nel 2008 e rappresentato
in questa occasione da Elio Sommavilla.
La
data della consegna del premio coincise con la presa del potere degli
Shabaab e da allora Elio Sommavilla e gli altri collaboratori non sono
più potuti
tornare in Somalia. Elio Sommavilla racconta come, nonostante questo,
nonostante la morte della fondatrice Mana Sultan Abduraham Alì Isse
e la drammatica la scomparsa dei leader dell'organizzazione che
dovevano venire a ritirare il premio, il villaggio abbia continuato a
crescere. Fondato per accogliere bambini orfani durante gli scontri
successivi alla caduta della dittatura del '92, oggi accoglie circa
2000 abitanti.
La parola passa a Irfanka Pašagić (Premio Langer 2005), psichiatra originaria di Srebrenica e presidente di Tuzlanska Amica, un'associazione che coordina una rete di adozioni a distanza, offre sostegno alle famiglie in difficoltà nelle aree rurali più isolate e aiuto psicologico alle donne vittime di violenza. Dal 2005, anno del premio, collabora con la Fondazione Langer al progetto Adopt Srebrenica (Premio Langer 2015).
Irfanka
Pašagić
evidenzia la difficile situazione in cui si trova la Bosnia-Erzegovina a 20 anni
dalla fine della guerra, la difficoltà di insegnare la giustizia ai
giovani
quando i criminali di guerra occupano oggi posti di potere, la
rimozione delle memorie dei guerra, i limiti degli accordi di Dayton
che rafforzano le divisioni su base etnica, la mancanza di lavoro che
porta molti a lasciare il paese. “Qualche giorno fa sono usciti i
risultati del censimento fatto nel 2013: i bosniaci che vivono in
Bosnia sono sempre di meno ma i politici si preoccupano solo di
quanti di questi siano bosgnacchi, quanti serbi e quanti croati…”.
Rispetto al ruolo dell'Europa, ne sottolinea il fallimento durante la
guerra degli anni '90 e si ricollega alla recente
decisione dell'Inghilterra di uscire dall'Europa invitando a non sottovalutare i segnali di instabilità e reagire per tempo.
Al rapporto tra Bosnia-Erzegovina e Europa la Fondazione Langer ha dedicato
la scorsa edizione di Euromediterranea, con una conferenza
internazionale a Tuzla dal titolo “E' possibile un'Europa che non sia multiculturale?”. Il
titolo della conferenza
richiamava
l'iniziativa del Verona Forum promossa da Alexander Langer per
trovare una soluzione al conflitto in ex-Jugoslavia. Una delle
riunioni più importanti del Verona Forum si tenne proprio nel 1994
nella Tuzla assediata.
Dal concetto di borderline, linee di confine, col quale si era aperta questa sessione, giungiamo ora a quello di borderland, terre nelle quali più confini coesistono. Krzysztof Czyżewski, presidente di Borderland Foundation (Premio Langer 2004) ci parla dell'arte dei costruttori di ponti, che mirano non a cancellare i confini ma a convivere con essi, a renderli permeabili. Borderland Foundation dal 1990 opera nel nord della Polonia, in una zona tra molti mondi, linguistici e culturali, per il recupero della memoria e il superamento dei nazionalismi e delle divisioni etnico-religiose.
Krzysztof
Czyżewski parla di come sia cambiato il loro approccio dal 2004,
data della consegna del premio Langer, ad oggi. Quello era stato,
per la Polonia e altri paesi
dell'Est Europa,
l'anno dell'ingresso nell'UE, un'Europa
certamente
molto
diversa da quella di oggi, la
cui unità è messa più che mai in discussione.
Questi ed altri
cambiamenti hanno fatto sì che la prospettiva di lavoro di Bordeland
sia cambiata.
Mentre aveva iniziato la sua attività col volersi
confrontare con i nodi irrisolti del passato, oggi ha spostato la
riflessione sul futuro. Dalla
prospettiva del “post-”, (post-olocausto, post-totalitario,
post-moderno), la
sensazione, dice Krzysztof, è che si sia entrati nell'era del “-pre”, di essere
in un periodo prima di qualcosa che sta arrivando ma ancora di
difficile comprensione.
(Per approfondire consigliamo anche la lettura dell'intervista a Krzysztof Czyzewski di prossima pubblicazione sulla rivista Una Città a cura di Barbara Bertoncin)
La sessione si conclude con l'intervento di Bodil Valero, Europarlamentare svedese del Gruppo Verde Alleanza libera europea. Bodil Valero pone alcune importanti questioni quali l'urgenza di lavorare per creare delle vie legali sia per i richiedenti asilo che per i migranti economici; trovare modi per confrontarsi in maniera convincente con la crescita dei partiti di estrema destra in Europa; le sfide del dopo Brexit: come stare insieme e come procedere? Come intendere il concetto di solidarietà fra stati, non solo nelle reazioni agli attentati terroristici ma anche nell'affrontare le sfide dell'immigrazione senza lasciare soli i paesi di arrivo?
SECONDA SESSIONE - 2 luglio - h 18.00-20.00
Für ein wünschenswertes Europa - Per un'Europa desiderabile
Für ein wünschenswertes Europa - Per un'Europa desiderabile
Modera
Marianella Sclavi, comitato scientifico della Fondazione Langer.
La
mattina del 2 luglio si è tenuta una sessione di discussione a porte chiuse dove
i premiati e altri
interlocutori si sono confrontati su come dalle diverse
esperienze si possano trarre degli insegnamenti per andare
verso
un'Europa
desiderabile. La
sessione del
pomeriggio
si apre con una sintesi della discussione della mattinata presentata
da Fabio Levi, presidente del comitato scientifico, con
numerosi interrogativi che hanno stimolato la discussione del
pomeriggio.
Fra
questi: come comportarsi con la prevalenza di sentimenti quali paura
e insicurezza? Come proporre valori “desiderabili” in
contrapposizione con quelli facili e attraenti proposti dalla destra?
Le chiusure dei confini, l'affermazione delle esigenze nazionali,
sono efficaci? Non è più augurabile una strada che punti alla
negoziazione dei confini, a renderli permeabili?
E ancora, è possibile avviare politiche
diverse agendo attraverso le strutture esistenti? Può avere un
senso – ha cioè un peso reale – accompagnare quegli sforzi con
iniziative dal basso? Può servire preoccuparsi anche solo di un
singolo individuo, pensando ad esempio forme di educazione che
sappiano contenere la così diffusa propensione all’odio?
Consigliamo anche la lettura di questo testo di Fabio Levi sulla riunione della mattina del 2 luglio
La sessione è proseguita con l'intervento Francesco Palermo che ha parlato
di come
il
contesto europeo attuale
sia sfortunatamente
poco favorevole ai costruttori di ponti, per
via di
una diffusa
evoluzione
antidemocratica
con strumenti democratici.
Invertire questa tendenza richiede sforzi e fatica e una riflessione
sui
meccanismi legislativi - il principio di maggioranza garantisce più
democrazia? - così come un cambiamento di approccio al tema
dell'immigrazione – la società ricevente è destinata ad assorbire
all'infinito senza cambiare mai? O sarebbe meglio entrare un
un'ottica di un processo che deve andare in due direzioni?
Dopo l'intervento di Francesco Palermo si è aperto lo scambio fra il pubblico e i relatori.
Ringraziamo tutti i partecipanti, i relatori e gli interlocutori che hanno preso parte a queste giornate e reso ricca e stimolante la discussione.
Rassegna stampa di EUROMEDITERRANEA 2016
Foto delle giornate
Euromediterranea è stata realizzata con il supporto della Regione Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonoma di Bolzano.
Foto delle giornate
Euromediterranea è stata realizzata con il supporto della Regione Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonoma di Bolzano.
Fondazione Alexander Langer Stiftung
Per info: info@alexanderlanger.net
www.alexanderlanger.org
0471/977691
Lokal denken, Global handeln
Un buon investimento in convivenza e solidarietà
5‰ cinque per mille - Fünf Promille
C.F. 94069920216 St.Nr
0471/977691
Lokal denken, Global handeln
Un buon investimento in convivenza e solidarietà
5‰ cinque per mille - Fünf Promille
C.F. 94069920216 St.Nr