lunedì 29 agosto 2016

EUROMEDITERRANEA 2016 - Resoconto

Euromediterranea 2016 
Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo
Für ein wünschenswertes Europa 
1-2 luglio 2016
Resoconto delle sessioni di discussione

Euromediterranea 2016 - Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo - Für ein wünschenswertes Europa si è svolta l'1 e il 2 luglio 2016 presso il Kolpinhaus di Bolzano. In una breve introduzione il presidente della Fondazione Langer Edi Rabini ha ricordato come quest'anno la tradizionale manifestazione Euromediterranea, solitamente organizzata introno alla consegna del premio Langer, si svolga senza la consegna del premio ma dedicando le sue giornate ai precedenti premiati, invitati a discutere della crisi dell'Europa a partire dalla situazione nei propri paesi. Dei 19 destinatari del Premio Langer, hanno partecipato:


Alejandro Calzada Cardenas, Borderline Sicilia, Italia, Premio Langer 2014
Bochra Bel Haj Hmida, Association Tunisienne des Femmes Democrates, Tunisia, Premio Langer 2012
Elio Sommavilla, Villaggio ayyub, Premio Langer 2008
Irfanka Pašagić, Tuzlanska Amica, Bosnia-Erzegovina, Premio Langer 2005
Krzysztof Czyzewski, Bordeland Foundation, Polonia, Premio Langer 2004


Le loro esperienze, lungi dal voler fornire un'unica soluzione ai problemi dell'Europa, possono aiutare ad esplorare le tante strade e i possibili avvii di risposte alla crisi europea. I premiati hanno dialogato con: 

Francesco Palermo, Senatore, Presidente della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa.
Bodil Valero: Europarlamentare, Gruppo Verde | Alleanza libera europea.

Interlocutori:
Udo Enwereuzor, Federico Faloppa, Fabio Levi, Bettina Foa, Maria Bacchi, Marianella Sclavi, Gianni Tamino, Mao Valpiana, Karin Abram, Anna Maria Gentili, Fabrizio Ravelli. 



Euromediterranea 2016 - Kolpinhaus Bozen


PRIMA SESSIONE - 1 luglio, h 17.30 - 20.30 
Sguardi diversi sullo spazio euromediterraneo

Euromediterranea si è aperta con il concerto "In Europa" del gruppo "Luoghi non luoghi", (Paolo Bergamaschi - voce e chitarra, Simone Guiducci - chitarre, Fausto Beccalossi - fisarmonica, Max Saviola - basso e percussioni, Marcello Bergamaschi - violino e strumenti etnici).  
Anna Maria Gentili, membro del comitato scientifico della Fondazione Langer, ha aperto la prima sessione di Euromediterranea invitando i relatori a parlare dello stato dell'arte nei loro contesti di provenienza e di lavoro, come sono cambiati dalla data della consegna del premio, quali le attuali sfide e quali le proposte. Bodil Valero

Il primo a prendere la parola è Alejandro Calzada Cardenas, membro di Borderline Europe e Borderline Sicilia (Premio Langer 2012) fondata a Palermo nel 2007 per dare un nome alle vittime di una delle tante tragedie del mare. Con la sua attività di monitoraggio e il blog siciliamigranti, Borderline Sicila è divenuta un riferimento fondamentale per chi desideri informazioni di prima mano sui fenomeni di discriminazione e razzismo che colpiscono i migranti in Sicilia. In questi anni ha svolto un importante lavoro di monitoraggio, advocacy e ricerca, promuovendo un approccio di lavoro in rete con attori a tutti i livelli della società.

Alejandro Calzada Cardenas sottolinea come il tema del premio nel 2014 “protezione delle frontiere versus protezione dei diritti umani”, sia ancora più che mai attuale. Il termine crisi non si riferisce solo alla difficile situazione di coloro che fuggono dalla guerra, ma è da riferirsi anche all'Europa e alla sua incapacità di trovare soluzioni che esulino dagli egoismi nazionali e che vadano nella direzione della protezione dei diritti umani invece che della semplice difesa delle frontiere. La logica messa in atto dall'UE sembra infatti essere sempre più quella di fermare le persone prima che arrivino, non quella di garantire i loro diritti, come dimostra l'accordo UE-Turchia. Una logica che si riflette anche sulla solitudine dei paesi di frontiera e che vede il rinforzarsi del populismo di destra.
 



La seconda relatrice della giornata è Bochra Bel Haj Hmida, presidente dell'Association Tunisienne des Femmes Democrates, la prima associazione femminista indipendente in Tunisia, concentrata sui temi fondamentali per la democrazia e sulla parità tra donne e uomini. Bochra è avvocato, da sempre attivista della società civile. Oggi è deputata del parlamento tunisino.

Bochra Bel Haj Hmida sottolinea come la Tunisia, costituisca un'eccezione nel panorama regionale e rispetto agli altri paesi arabi in quanto è stato il primo paese arabo a dotarsi di una costituzione molto avanzata per quello che riguarda l'uguaglianza fra i sessi e i diritti civili e ha sviluppato una società civile forte, diversificata e pluralista.
Dopo 60 anni sotto un regime centralista e autoritario la Tunisia di oggi si confronta con la nascita di un sistema democratico e il rafforzamento delle sue nuove istituzioni. Il processo di democratizzazione prosegue benché non manchino le difficoltà: prima fra tutte il terrorismo che danneggia profondamente l'economia. In secondo luogo la condizione dei giovani, protagonisti della rivoluzione, oggi si sentono marginalizzati e, indipendentemente dall'appartenenza sociale, oscillano fra il rischio dell'immigrazione e la fascinazione del terrorismo. Un altro problema molto rilevante è l'instabilità politica che impedisce di portare avanti riforme strutturali. Fra queste la battaglia contro la corruzione, ormai “democratizzata” e diffusa a tutti i livelli. In relazione ai giovani, Bochra Bel Haj Hmida auspica un ruolo dell'Europa soprattutto a livello culturale, di promozione di scambi e mobilità. Infine, il pericolo di una nostalgia del regime e la sfida di tenere unito il fronte progressista contro il partito islamista al-Nahda. 
 



(Per approfondire consigliamo anche la lettura dell'intervista a Bochra Bel Haj Hmida di prossima pubblicazione sulla rivista Una Città a cura di Barbara Bertoncin e Bettina Foa)

Dalla Tunisia all'Africa Subsahariana, di cui la Fondazione si è sempre occupata in termini di responsabilità individuali, di diritto e società civile, a partire dal premio del 1998 dato a Jolande Mukagasana e Jacqueline Mukansonera, poi nel 2007 a Zackie Achmat, attivista contro l'AIDS, e infine il premio al villaggio ayyub, in Somalia, dato nel 2008 e rappresentato in questa occasione da Elio Sommavilla.
La data della consegna del premio coincise con la presa del potere degli Shabaab e da allora Elio Sommavilla e gli altri collaboratori non sono più potuti tornare in Somalia. Elio Sommavilla racconta come, nonostante questo, nonostante la morte della fondatrice Mana Sultan Abduraham Alì Isse e la drammatica la scomparsa dei leader dell'organizzazione che dovevano venire a ritirare il premio, il villaggio abbia continuato a crescere. Fondato per accogliere bambini orfani durante gli scontri successivi alla caduta della dittatura del '92, oggi accoglie circa 2000 abitanti.



La parola passa a Irfanka Pašagić (Premio Langer 2005), psichiatra originaria di Srebrenica e presidente di Tuzlanska Amica, un'associazione che coordina una rete di adozioni a distanza, offre sostegno alle famiglie in difficoltà nelle aree rurali più isolate e aiuto psicologico alle donne vittime di violenza. Dal 2005, anno del premio, collabora con la Fondazione Langer al progetto Adopt Srebrenica (Premio Langer 2015).

Irfanka Pašagić evidenzia la difficile situazione in cui si trova la Bosnia-Erzegovina a 20 anni dalla fine della guerra, la difficoltà di insegnare la giustizia ai giovani quando i criminali di guerra occupano oggi posti di potere, la rimozione delle memorie dei guerra, i limiti degli accordi di Dayton che rafforzano le divisioni su base etnica, la mancanza di lavoro che porta molti a lasciare il paese. “Qualche giorno fa sono usciti i risultati del censimento fatto nel 2013: i bosniaci che vivono in Bosnia sono sempre di meno ma i politici si preoccupano solo di quanti di questi siano bosgnacchi, quanti serbi e quanti croati…”.
Rispetto al ruolo dell'Europa, ne sottolinea il fallimento durante la guerra degli anni '90 e si ricollega alla recente decisione dell'Inghilterra di uscire dall'Europa invitando a non sottovalutare i segnali di instabilità e reagire per tempo.

Al rapporto tra Bosnia-Erzegovina e Europa la Fondazione Langer ha dedicato la scorsa edizione di Euromediterranea, con una conferenza internazionale a Tuzla dal titolo “E' possibile un'Europa che non sia multiculturale?”. Il titolo della conferenza richiamava l'iniziativa del Verona Forum promossa da Alexander Langer per trovare una soluzione al conflitto in ex-Jugoslavia. Una delle riunioni più importanti del Verona Forum si tenne proprio nel 1994 nella Tuzla assediata.



Dal concetto di borderline, linee di confine, col quale si era aperta questa sessione, giungiamo ora a quello di borderland, terre nelle quali più confini coesistono. Krzysztof Czyżewski, presidente di Borderland Foundation (Premio Langer 2004) ci parla dell'arte dei costruttori di ponti, che mirano non a cancellare i confini ma a convivere con essi, a renderli permeabili. Borderland Foundation dal 1990 opera nel nord della Polonia, in una zona tra molti mondi, linguistici e culturali, per il recupero della memoria e il superamento dei nazionalismi e delle divisioni etnico-religiose.

Krzysztof Czyżewski parla di come sia cambiato il loro approccio dal 2004, data della consegna del premio Langer, ad oggi. Quello era stato, per la Polonia e altri paesi dell'Est Europa, l'anno dell'ingresso nell'UE, un'Europa certamente molto diversa da quella di oggi, la cui unità è messa più che mai in discussione. 
Questi ed altri cambiamenti hanno fatto sì che la prospettiva di lavoro di Bordeland sia cambiata.
Mentre aveva iniziato la sua attività col volersi confrontare con i nodi irrisolti del passato, oggi ha spostato la riflessione sul futuro. Dalla prospettiva del “post-”, (post-olocausto, post-totalitario, post-moderno), la sensazione, dice Krzysztof, è che si sia entrati nell'era del “-pre”, di essere in un periodo prima di qualcosa che sta arrivando ma ancora di difficile comprensione
 



(Per approfondire consigliamo anche la lettura dell'intervista a Krzysztof Czyzewski di prossima pubblicazione sulla rivista Una Città a cura di Barbara Bertoncin)

La sessione si conclude con l'intervento di Bodil Valero, Europarlamentare svedese del Gruppo Verde Alleanza libera europea. Bodil Valero pone alcune importanti questioni quali l'urgenza di lavorare per creare delle vie legali sia per i richiedenti asilo che per i migranti economici; trovare modi per confrontarsi in maniera convincente con la crescita dei partiti di estrema destra in Europa; le sfide del dopo Brexit: come stare insieme e come procedere? Come intendere il concetto di solidarietà fra stati, non solo nelle reazioni agli attentati terroristici ma anche nell'affrontare le sfide dell'immigrazione senza lasciare soli i paesi di arrivo?




SECONDA SESSIONE - 2 luglio - h 18.00-20.00
Für ein wünschenswertes Europa - Per un'Europa desiderabile

Modera Marianella Sclavi, comitato scientifico della Fondazione Langer.

La mattina del 2 luglio si è tenuta una sessione di discussione a porte chiuse dove i premiati e altri interlocutori si sono confrontati su come dalle diverse esperienze si possano trarre degli insegnamenti per andare verso un'Europa desiderabile. La sessione del pomeriggio si apre con una sintesi della discussione della mattinata presentata da Fabio Levi, presidente del comitato scientifico, con numerosi interrogativi che hanno stimolato la discussione del pomeriggio.

Fra questi: come comportarsi con la prevalenza di sentimenti quali paura e insicurezza? Come proporre valori “desiderabili” in contrapposizione con quelli facili e attraenti proposti dalla destra? Le chiusure dei confini, l'affermazione delle esigenze nazionali, sono efficaci? Non è più augurabile una strada che punti alla negoziazione dei confini, a renderli permeabili?
E ancora, è possibile avviare politiche diverse agendo attraverso le strutture esistenti? Può avere un senso – ha cioè un peso reale – accompagnare quegli sforzi con iniziative dal basso? Può servire preoccuparsi anche solo di un singolo individuo, pensando ad esempio forme di educazione che sappiano contenere la così diffusa propensione all’odio?



La sessione è proseguita con l'intervento Francesco Palermo che ha parlato di come il contesto europeo attuale sia sfortunatamente poco favorevole ai costruttori di ponti, per via di una diffusa evoluzione antidemocratica con strumenti democratici. Invertire questa tendenza richiede sforzi e fatica e una riflessione sui meccanismi legislativi - il principio di maggioranza garantisce più democrazia? - così come un cambiamento di approccio al tema dell'immigrazione – la società ricevente è destinata ad assorbire all'infinito senza cambiare mai? O sarebbe meglio entrare un un'ottica di un processo che deve andare in due direzioni?


Dopo l'intervento di Francesco Palermo si è aperto lo scambio fra il pubblico e i relatori. 

Ringraziamo tutti i partecipanti, i relatori e gli interlocutori che hanno preso parte a queste giornate e reso ricca e stimolante la discussione. 
Rassegna stampa di EUROMEDITERRANEA 2016 
Foto delle giornate

Euromediterranea è stata realizzata con il supporto della Regione Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonoma di Bolzano.

Fondazione Alexander Langer Stiftung
Per info: info@alexanderlanger.net
www.alexanderlanger.org
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